Ref.: L4.795.4.72.2
Collezione:
Heritage Collection
Cassa:
rotonda, in acciaio con vetro in hesalite; fondello a vite. Diametro: 38,50 mm. Impermeabile fino a 30 metri.
Movimento:
L615 meccanico a carica automatica con 28.800 vibrazioni per ora e 42 ore di riserva di carica.
Funzioni:
ore, minuti e piccoli secondi a ore 6. Datario a ore 6.
Quadrante:
argenté con 11 indici applicati dorati, sfere dauphine dorate con Superluminova.
Braccialetto:
pelle di alligatore marrone con fibbia in acciaio.

Caratteristiche tecniche: il movimento

Gli orologi con un movimento a carica manuale o automatico possono soddisfare tante esigenze, come nessun altro tipo di orologio. E’ semplice trovare tecnologie più accurate, come la risonanza al quarzo, ma niente riesce a vincere il confronto con gli orologi meccanici più puri e semplici. I movimenti meccanici di oggi incorporano innumerevoli miglioramenti tecnici, si sono evoluti in meraviglie di semplicità, cresciuti attraverso l’arte paziente di alcuni tra i più raffinati artigiani del mondo. I movimenti caricati a mano o automatici montati sugli orologi Longines di oggi hanno una precisione con una tolleranza di pochi secondi alla settimana, molto più che sufficiente per le esigenze della vita di tutti i giorni.

Da che cosa è composto un meccanismo automatico?
Un movimento meccanico è composto da metallo, dal più prezioso al più complesso. Gli elementi del movimento di un orologio sono in gran parte più sottili di un millimetro, hanno un’incredibile varietà di forme e misure, e vengono assemblati con accuratissima precisione, spesso con una semplice frizione. Più il movimento è compatto, più gli elementi sono piccoli e maggiore è la sua vulnerabilità.
Un orologio meccanico può funzionare correttamente per decenni se trattato con cura e affidato ad una manutenzione regolare.

Il meccanismo automatico
Verso la fine del XVIII secolo alcuni orologiai particolarmente creativi idearono un meccanismo che rendeva possibile il caricamento automatico sfruttando i movimenti del corpo di chi lo indossava. Questo esempio di ingegnosità orologistica miniaturizzata è stato adottato più tardi per gli orologi da polso.
La normale attività dell’avambraccio permette il movimento di un peso oscillante, chiamato anche “rotore”, posizionato vicino al movimento dell’orologio. Il peso avvolge una molla che, in tutti gli orologi di questo tipo, immagazzinano l’energia meccanica necessaria alla carica. Il caricamento automatico risolve quindi il problema di quello manuale quotidiano della corona.

Caricamento a mano nel caso in cui l’orologio si fermi
Un orologio automatico da polso ha una riserva di marcia di oltre un giorno intero, alcuni durano per circa quaranta ore. Ma se non viene indossato per un periodo più lungo della riserva dell’orologio si ferma e deve essere ricaricato manualmente prima di poter essere indossato. In tal caso, è preferibile ruotare la corona almeno per quaranta volte, specialmente se l’orologio è dotato di calendario.

Caratteristiche tecniche: superluminova

Fin dalla nascita dei primi orologi, gli orologiai sono sempre stati alle prese con la stessa questione: leggere l’ora al buio. Per lungo tempo la soluzione era stata affidata a suonerie a ripetizione, candele o quadranti aperti che permettevano di leggere l’ora con il tocco delle dita.
Con l’arrivo della prima guerra mondiale la soluzione di questo problema divenne una priorità. Gli orologiai dell’epoca ricordarono la grande scoperta fatta alla fine del XIX secolo: la radioattività e la luminescenza del radio. Quest’ultima è la caratteristica che è stata usata nell’orologeria per molti anni, per essere successivamente abbandonata e sostituita con il trizio per l’alto livello di radioattività del radio.
Il trizio, utilizzato fino agli anni ’90, era radioattivo ma ad un livello molto inferiore rispetto al radio. Il trizio è stato sostituito dal superluminova, un materiale dotato delle stesse proprietà del trizio ma non radioattivo e più compatibile con l’ambiente.
Esiste una differenza fondamentale tra il superluminova e le sostanze luminescenti a base di trizio. Le ultime sono stimolate costantemente dagli elettroni (raggi beta) che il trizio emette quando si trasforma spontaneamente in elio. Per questa ragione la sua luminescenza dura per diverse decine di anni, anche in totale assenza di luce.
Al contrario il superluminova ha bisogno di essere stimolato dalla luce violetta o ultravioletta. Quando si “carica” questa sostanza emette una luce molto più intensa del trizio che comunque si affievolisce gradualmente dopo qualche ora di buio.

Il principio della luminescenza
La luminescenza si produce quando gli elettroni di una molecola o di un cristallo vengono stimolati da una fonte esterna di energia. Questa fonte può essere la luce ultravioletta (“la luce nera”), una reazione biochimica (come la luce delle lucciole) o la radioattività, ma non il calore. Gli elettroni stimolati ritornano alloro stato originale molto rapidamente emettendo radiazioni, a volte in forma di luce visibile. Nel caso del superluminova l’energia emessa dagli elettroni viene conservata ad un livello relativamente stabile, quindi la luce viene emessa per diverse ore.

Storia Longines

Quando nel 1832 Auguste Agassiz si trasferisce nella cittadina di Saint-Imier e inizia a lavorare al servizio di Raiguel Jeune, commerciante nel settore dell’orologeria, ha inizio la storia Longines.
Dopo vari passaggi di società, sarà solo nel 1847 che Auguste riuscirà a diventare unico proprietario dell’azienda, lasciata al nipote Ernest Francillon nel 1862. Quest’ultimo nel 1866 acquista due lotti di terreno nella periferia di Saint-Imier, sulla riva destra del fiume Suze, vicino a zona denominata “Les Longines”, in dialetto locale “campi lunghi e stretti”.
Nasce qui la prima manifattura, primo passo di un lungo e prestigioso cammino che porterà, in tempi recenti, all’acquisizione della maison da parte del Gruppo Swatch.
Nel 1867 la maison produce il suo primo movimento (L20A) ed Ernest Francillon riceve una medaglia all’Esposizione Universale di Parigi per aver presentato il primo orologio con corona di carica.
Nel 1874 la società invia a tutti i suoi clienti una circolare d’avvertimento contro i movimenti contraffatti, prevedendo in anticipo l’illegale mercato parallelo degli orologi non originali.
Nel Luglio del 1880 Francillon registra ufficialmente il marchio Longines e il suo simbolo, una clessidra con le ali: ben presto ottiene una serie di Grand Prix, riconoscimenti e medaglie nel settore dell’alta orologeria.
Agli inizi del ‘900 è tra i primi marchi a produrre orologi da polso meccanici, un’innovazione che darà inizio a una riorganizzazione dei metodi di produzione nel corso dei due decenni successivi.
Gli orologi prodotti dalla maison iniziano a perdere rotondità sperimentando silhouette geometriche ed eleganti, con modelli di forma rettangolare o quadrata agli inizi degli anni Dieci.
Nello stesso periodo il brand si avvicina per la prima volta al mondo della ginnastica, collaborando con lo Swiss Federal Gymnastics Meet di Basilea, nel quale la maison svizzera introduce il cronometraggio automatico e sistemi elettromeccanici per l’inizio e la fine delle gare.
Gli anni Venti e Trenta per l’azienda sono all’insegna dell’eleganza, come dimostra la pubblicità del 1927 e la produzione di orologi con diamanti, zaffiri e pietre preziose.
Nello stesso anno il primo volo transatlantico nonstop effettuato da Charles A. Lindbergh è cronometrato da Longines, mentre l’anno prima la maison svizzera partecipava al primo show equestre internazionale a Ginevra, dando inizio a una lunga e continuativa relazione tra gli eleganti sport equestri e l’azienda.
Gli anni Quaranta vedono la nascita del Calibro L22A; nel decennio successivo la campagna di comunicazione Science and elegance, è seguita dalla partecipazione del brand ai Giochi Olimpici Invernali di Oslo, in veste di cronometrista ufficiale.
Durante gli anni Settanta, nonostante la rivoluzione del quarzo, l’azienda recupera la creazione estetica delle origini e presenta sul mercato una serie di importanti modelli: Flore Marine (1970), Kleopatra (1975), Volubilis (1978) e nel 1972 il designer francese Serge Manzon progetta una serie speciale di orologi in argento.
Nel 1982, a due anni dalla creazione del Calibro L960, la maison svizzera celebra il suo 150° anniversario con una collezione ultrasottile chiamata Agassiz, in onore del fondatore della maison.
Nello stesso anno nasce anche la collaborazione tra la casa produttrice svizzera e il team Ferrari Formula 1 Racing.
Il 1984 è l’anno della linea Conquista, con il movimento VHP sviluppato dalla maison.
Gli anni Novanta sono segnati dalla collezione La Grande Classique in acciaio, ultrasottile e dalla collezione DolceVita, fino ad arrivare alla campagna pubblicitaria Elegance is an attitude nella quale assistiamo a un’incredibile parata di star del cinema, da Audrey Hepburn a Humphrey Bogart, alle più contemporanee.

Il nuovo millennio inizia con la collezione DolceVita Diamond e una collezione celebrativa del 30 milionesimo orologio prodotto da Longines, per continuare con la linea Les Elégantes, rivisitazione di tre modelli vintage, terminando con la collezione Evidenza del 2003.
L’anno seguente il brand alato lancia la collezione Olympic, tributo ai Giochi Olimpici e la collezione LungoMare.
La Master Collection del 2005, caratterizzata da otto nuovi design, riassume e l’esperienza e conferma la competenza del brand all’interno dell’alta orologeria.